La mattina del 24 maggio 1944 a Firenze, 24 persone furono arrestate all’Ospizio Israelitico “Settimio Saadun” dalle truppe naziste e deportate nel campo di sterminio di Auschwitz il 26 giugno dello stesso anno. 21 anziani, 10 uomini, 11 donne e una famiglia francese: una donna di 25 anni, sua figlia di 2 anni e suo figlio di 1 anno. A tanto arrivò l’orrore.

La Shoah fu l’abisso dell’umanità, con un numero di vittime terrificante, ma non dobbiamo mai fermarci ai numeri, per quanto siano di per sé già impressionanti: le vittime di quella strage erano persone, esseri umani, donne, uomini, bambine, bambini, anziani. I loro nomi e i loro cognomi devono rimanere scolpiti nella nostra memoria civile, abbiamo il dovere morale di ricordare chi erano e cosa accadde loro. Ecco perché le pietre d’inciampo sono così importanti ed ecco perché ho partecipato con profonda commozione alla posa di queste 24 nuove pietre per la quale ringrazio davvero di cuore la Comunità Ebraica di Firenze, la Casa di Riposo Ebraica (l’ex ospizio israelitico “Settimio Saadun”), l’Amministrazione Comunale, la associazioni presenti e tutti coloro che sono intervenuti stamani.È giusto che le nostre concittadine e i nostri concittadini inciampino nella memoria, che leggano i nomi e che magari, incuriositi, approfondiscano quelle tragedie individuali che si consumarono all’interno di una tragedia più grande.

Camminiamo quotidianamente in strade dove sono avvenuti arresti e violenze, frequentiamo o abitiamo palazzi dove si sono consumati rastrellamenti, non dobbiamo dimenticarlo mai, affinché ciò che è stato non sia mai più. Firenze e la Toscana non dimenticano.