In queste settimane in tante e in tanti mi avete chiesto perché la D nel logo del mio cognome sia tagliata, come incompleta.
La ragione è semplice: è come un promemoria, un nodo al fazzoletto e, al tempo stesso, una dichiarazione di impegno.
È lì a ricordarmi e a ricordarci che su temi importantissimi che, per puro caso, iniziano con questa lettera il lavoro non è finito, va completato.
Intanto c’è il Domani, che noi vogliamo migliore di ieri e di oggi, e che porta con sé l’idea dell’innovazione, della modernità, del sostegno alle famiglie e alle imprese, delle infrastrutture, di un investimento sui giovani, di uno sviluppo economico che pensiamo debba essere sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale.
Ci sono le Disuguaglianze, ancora intollerabili, economiche, di opportunità, di genere, territoriali, generazionali, che portano con sé esclusione e nuove povertà.
Ci siamo noi Donne e un cammino per la piena parità per cui dobbiamo ancora batterci moltissimo.
Ci sono i Diritti, sociali e civili, per i quali continuerò a impegnarmi senza sosta. I Diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, delle persone LGBTQAI+ e delle famiglie arcobaleno, di chi arriva nel nostro Paese, di chi ha una disabilità, e di chiunque non si veda ancora riconosciuta una cittadinanza piena.
Con la “D”, per puro caso, iniziano insomma tante parole importanti nell’azione politica e soltanto se sapremo progredire su questi temi, soltanto se sapremo fare degli altri passi avanti e non tornare indietro, avremo costruito una società più giusta e reso più forte la nostra democrazia che, caso vuole, inizia anch’essa con la “D”.