È quello che ho chiesto oggi, alla Ministra del lavoro Nunzia Catalfo nel nostro incontro in video-collegamento. Le conclusioni di questo lavoro di confronto con la Ministra arriveranno alla Conferenza delle Regioni per verificare la possibilità di un accordo. L’idea di un Piano straordinario nazionale, su cui la Ministra si è detta molto d’accordo, nasce dal voler arrivare a una cornice unitaria di indirizzi e azioni con adeguati finanziamenti, avendo chiare alcune priorità: donne, giovani, persone con disabilità e soggetti fuori dal mercato del lavoro per svantaggi sociali o dovuti al livello di istruzione e al divario digitale. Il piano, tra i suoi obiettivi, deve avere anche migliori sistemi informativi, semplificazione delle procedure, più digitalizzazione dei servizi per il lavoro, messa a sistema degli Osservatori sul mercato del lavoro regionali con quello nazionale e nuovi servizi come la certificazione di competenze o l’orientamento e l’accompagnamento ai servizi di natura sociale, valorizzando ancora di più il ruolo dei Centri per l’impiego. In questo contesto si dovranno anche affrontare le criticità emerse sull’assegno di ricollocazione e sul reddito di cittadinanza. Noi abbiamo proposto un Piano pluriennale, che si occupi sia di interventi immediati, sia di strategie di medio e lungo termine, coinvolgendo le parti sociali. Con questa iniziativa vogliamo arrivare a favorire la transizione occupazionale potenziando le politiche attive del lavoro e della formazione. È importante pensare anche a un utilizzo a tale scopo delle risorse del Recovery Plan europeo.
Un Piano nazionale straordinario di politiche attive per il lavoro con una governance Stato-Regioni
Dic 4, 2020
