Questa mattina ho partecipato a una cerimonia emozionante al cimitero del Girone, a Firenze, in cui sono stati commemorati i molti soldati alleati, arrivati da punti lontani del mondo per liberare la città dal nazifascismo e, insieme ai partigiani, conquistare la democrazia e la libertà. Tra le autorità, era presente anche l’ambasciatore della Nuova Zelanda, terra da cui molti di quei soldati sono venuti fino a qui, senza mai fare ritorno. Nell’occasione è stato presentato un bellissimo progetto portato avanti dalle studentesse e dagli studenti del Liceo Rodolico e dell’Istituto comprensivo Pirandello, che ha portato al libro “Spoon River Firenze 1944: partigiani e soldati verso la liberazione di Firenze”, curato da Franco Quercioli. Come nella meravigliosa opera di Lee Masters, le ragazze e i ragazzi sono partiti dai cimiteri fiorentini per dare voce alle storie dei partigiani e dei soldati alleati che lì giacciono, e che uniti dai valori democratici, sacrificarono la vita per la nostra libertà. Hanno raccontato le loro storie rendendole vive, permettendogli così di dialogare con il nostro presente. Questo libro ha anche aspetti didattici importanti, perché ha richiesto di cimentarsi con più sfide e più linguaggi espressivi: ricercare, scrivere, articolare storie, tradurre. Ho voluto ringraziare chi ha reso possibile questo progetto a partire dall’Amministrazione Comunale di Firenze, Anpi e Cgil, Spi Cgil Firenze, i dirigenti scolastici e tutti i docenti coinvolti, perché ci ha dimostrato che, al di là di tante cose che si dicono, in una larga parte di questo Paese e, soprattutto, nei giovani, quei valori per cui quei poco più che coetanei sono morti sono assolutamente radicati e vivi. I giovani hanno la passione, l’intelligenza e la forza per proteggerli e portarli nel futuro. In questa missione complicata e piena di insidie non dobbiamo lasciarli soli. È un dovere, in primis delle istituzioni e del mondo della scuola.