Ho sempre sostenuto che negare uno spazio comunitario di preghiera ai musulmani di Pisa fosse ingiusto, ideologico e discriminatorio, ma soprattutto contrario a diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e dalla legge. È una posizione che ho difeso da consigliera regionale e che ho ribadito pubblicamente da assessora regionale che coordina il Tavolo per il dialogo con le confessioni religiose e le tradizioni spirituali. Non possiamo augurarci un futuro di integrazione e di pace continuando a costruire barriere materiali e immateriali, o puntando sulle paure e le diffidenze per racimolare consenso elettorale.

Per questo, l’accordo siglato tra il Comune di Pisa e la comunità islamica non è una vittoria di pochi, bensì una vittoria di tutta la città, coerentemente alla sua lunga storia di apertura, dialogo, incontro tra diverse culture. Nonostante i tentativi di minimizzare, celare o far passare un po’ sottotono l’epilogo di questa vicenda, penso che questo sia un fatto di grande rilievo, poiché coincide con il ripristino del diritto.

Mi fa sorridere andare a rileggere certi commenti che esponenti della Lega mi rivolgevano all’indomani delle mie prese di posizione, commenti in cui venivo definita barricadera o paladina dell’Islam. Quanto successo in questi mesi smentisce quella propaganda facile e semmai conferma che, con coerenza, ho difeso semplicemente ciò che è garantito dalla legge, a cui oggi tutti si devono fortunatamente adeguare. Il tempo è galantuomo e spero che questa brutta vicenda insegni qualcosa, anche rispetto al seguire certe facili sirene.

Alessandra Nardini - Assessora Regione Toscana
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