Il 21 settembre di un anno fa fu un giorno indimenticabile: a tarda sera seppi che oltre 15.500 cittadine e cittadini della provincia di Pisa avevano deciso che li avrei rappresentati in Regione. La più votata in provincia di Pisa. La donna più votata in tutto il territorio regionale. Una gioia e una responsabilità enorme. L’emozione fu indescrivibile e arrivò alla fine di una campagna elettorale tanto anomala, eravamo nel pieno della pandemia, quanto avvincente, che mi portò strada per strada a guardare negli occhi le persone, i loro timori, i loro sogni e le loro ambizioni. Grazie a quel risultato sono stata chiamata a diventare assessora della Toscana, un onore che non credo di saper descrivere. È stato un anno di lavoro inarrestabile, nel quale mi sono trovata a far fronte all’impatto della crisi sanitaria su due colonne portanti della nostra società: il mondo della scuola e quello del lavoro. Accanto a questo ho voluto portare avanti anche battaglie sull’uguaglianza, sulle pari opportunità e sui diritti umani, civili e sociali, di tutte e di tutti, e un’azione di potenziamento della custodia e della diffusione della Memoria, perché credo che di questo non ci si debba dimenticare mai, neanche nelle fasi più difficili e impegnative. “Il pane e le rose”, questa per me resta una bussola irrinunciabile per chi si colloca nel solco culturale e politico della sinistra. Nel logo della mia campagna elettorale spezzai la D del mio cognome, per ricordare su quanti Diritti e quante Disuguaglianze (sociali, territoriali, generazionali, di genere…) ci sia ancora da lavorare e quanto questa crisi rischi di peggiorare le cose. Il nostro compito è batterci e lavorare perché non sia così e ciò che posso dire, con tutte le mie energie e i miei limiti, è che continuerò ogni giorno a dare il mio massimo per questo. Grazie a tutte le persone che un anno fa, in qualunque modo, mi hanno permesso di fare questo lavoro, grazie a chi mi sa rivolgere suggerimenti e critiche e grazie a chi, ogni giorno, è al mio fianco su questa strada.