Salvarono una famiglia di ebrei, Giuseppe Dani e i suoi genitori “Giusti fra le nazioni”. Giorgio Cividalli era ebreo e con la sua famiglia aveva una proprietà agricola a Colleoli, nel Comune di Palaia. Giuseppe Dani era suo fattore e, quando l’Italia fu macchiata indelebilmente dalla vergogna delle leggi razziali, si preoccupò di offrire a Cividalli e alla sua famiglia nascondiglio e protezione nella casa di sua madre e suo padre, Maria Bonistalli e Giovanni Dani, a San Miniato. Ieri, nella Sinagoga di Firenze, è stato conferita l’onorificenza di “Giusto fra le nazioni” proprio alla sua memoria e a quella dei suoi genitori, per aver messo a rischio la loro vita pur di salvare ebrei perseguitati durante la Shoah. È stata una grande emozione partecipare a questa cerimonia, insieme alle figlie di Dani e di Cividalli. Il nazifascismo, la Shoah e tutte le persecuzioni di quegli anni rappresentano la vergogna più grande che l’umanità abbia vissuto, ma dobbiamo anche ricordare che furono tante le persone che non vollero rassegnarsi a quell’orrore. Dani e la sua famiglia furono tra queste. Nonostante i rischi a cui andavano incontro, scelsero di stare dalla parte giusta, offrendo un rifugio a chi era perseguitato. È fondamentale ricordare quanto importante fu il loro gesto. La Memoria, il passaggio del testimone alle giovani generazioni, è il vaccino più potente che abbiamo per impedire il riemergere dei pericolosi rigurgiti nazifascisti a cui ancora oggi assistiamo ed anche per impedire quei tentativi volti a negare, riscrivere e strumentalizzare la storia.