A colpirmi al Cinema Teatro Odeon di Ponsacco non è stata solo l’immensità di Don Luigi Ciotti: prima che lui intervenisse, prima che ci parlasse di Don Tonino Bello, a prendere la parola erano stati due giovani, un ragazzo dell’associazione Talea e una ragazza, una volontaria della Caritas. Questa giovane donna, con i suoi 18 anni, la sua naturalezza, ma anche la sua determinazione, ci ha raccontato la sua storia. Lei, che ha studiato qui, che vive a Ponsacco, che adesso insegna la nostra lingua a chi arriva da altri Paesi, esattamente come successe a sua mamma più di 10 anni fa, non è cittadina italiana, non è ancora cittadina italiana. Ci ha raccontato cosa si prova quando senti dire che quelli che arrivano da dove arrivi tu, sono coloro che ci rubano il lavoro. Ci ha raccontato cosa si prova quando hai paura del giudizio degli altri perché il tuo cognome non è chiaramente italiano. Ma soprattutto ci ha raccontato cosa prova una bambina che pensa che non avrà mai, in questo Paese, diritto ad un futuro come quello delle sue coetanee e dei suoi coetanei. Oggi quella bambina è una donna, che un futuro lo ha e io le auguro con tutto il cuore che sia bello come è bella lei. Oggi quella bambina è una donna che si adopera per gli altri senza chiedere nulla in cambio, senza chiedere da quale Paese arrivano e cosa pensano delle sue origini. Quella bambina oggi è una donna che dentro a quel teatro ha dato una grande lezione a tutti noi. Spero che un giorno il nostro Paese sappia esserne all’altezza e sappia chiedere scusa a lei e alle tante bambine e ai tanti bambini che ancora si vedono ingiustamente negata la cittadinanza.