Oggi è stato un giorno dedicato alla Memoria delle vite spezzate dalla barbarie nazifascista.

Ho infatti partecipato con grande emozione alla posa di 13 pietre d’inciampo, 4 a Firenze, 2 a Castellina in Chianti e 7 a Siena, pietre nate per impedirci di dimenticare, per interrompere i nostri passi distratti e richiamarci alla consapevolezza che nelle strade che percorriamo, nei negozi che frequentiamo, nei palazzi in cui viviamo, si è consumato l’orrore.

A Firenze, in Via dei Pucci, sono state posate 4 pietre dedicate alla famiglia Lascar: Umberto, Ada e le loro figlie Wanda e Luciana, attive nel Comitato di assistenza ebraico-cristiano, tutti deportati ad Auschwitz e assassinati.

A Castellina, in Via Ferruccio, abbiamo commemorato Hugo Haim Lewin ed Erna Rosenbaum, internati e poi deportati ad Auschwitz, dove furono uccisi.

A Siena, in Via della Diana, è stata dedicata una pietra a Ubaldo Belgrado, con un messaggio letto dal nipote Gabriele Veneziano, celebre fisico arrivato da Ginevra per l’occasione. Un momento davvero commovente.

Gino Sadun e Adele Ayò sono stati invece commemorati con due pietre in Viale Cavour, alla presenza dei pronipoti, giunti da Israele. In Pian dei Mantellini sono state posate le pietre in memoria di Gina Sadun Nissim e delle giovani figlie Marcella e Graziella, tutte deportate ad Auschwitz e assassinate, così come Ernesta Sadun Brandes, arrestata e assassinata 8 giorni dopo, a cui è stata dedicata la pietra posata oggi in Via Stalloreggi.

Nomi, storie, vite distrutte da un’ideologia di persecuzione e di morte su cui non possiamo accettare negazionismi e revisionismi per onorare le vittime innocenti e per proteggere il nostro presente e il nostro futuro.