Qualche giorno fa in Regione Toscana abbiamo presentato “Cenerentola. L’arte, la scienza e la conoscenza”, il nuovo lavoro della Compagnia della Fortezza, con la drammaturgia e la regia di Armando Punzo.
Dopo esser stata messa in scena nei giorni precedenti nella Fortezza Medicea/Casa di Reclusione di Volterra, ieri ha varcato le soglie del carcere ed è andata in scena al Teatro Persio Flacco di Voltera, regalando uno spettacolo meraviglioso a cui non potevo proprio mancare.
In questi anni non mi sono persa un lavoro della Compagnia, ho sempre cercato, prima da Consigliera regionale del territorio e poi da Assessora, di far comprendere, valorizzare e supportare questa esperienza straordinaria, che rappresenta un orgoglio per tutta la Toscana.
Quella del teatro in carcere a Volterra è un’ esperienza trentennale davvero significativa e preziosa. Proprio per questo come Regione, nonostante le difficoltà di bilancio, abbiamo sempre scelto di continuare a sostenerla. Armando Punzo, l’associazione Carte Blanche, la Compagnia della Fortezza, hanno saputo trasformare una realtà carceraria un tempo durissima, in un luogo di cultura e arte, riconoscendo il valore rieducativo e la possibilità di offrire un’altra opportunità alle persone detenute, senza rinunciare mai alla qualità nel fare teatro, evidenziata anche da uno degli ultimi riconoscimenti ricevuti da Armando, il Leone d’oro alla Carriera alla Biennale di Venezia.
Sono appunto produzioni di indubbia eccellenza quelle che nascono nel carcere di Volterra, per questo sono inspiegabili i tagli ministeriali operati a livello nazionale anche rispetto a questa realtà. Sono orgogliosa invece di rimarcare che il sostegno della Regione Toscana in questi anni non solo non è mai venuto, ma non è neanche mai diminuito dal punto di vista economico. Tagliare finanziamenti per un’esperienza come questa è un grandissimo errore. Il teatro in carcere di Volterra rappresenta perfettamente la storia e i valori della Toscana, terra di cultura, diritti e dignità e per questo dobbiamo continuare convintamente a sostenerlo.