Era il 18 gennaio 1945 quando in via Groppini a Carrara morirono oltre 60 persone, uccise dalle bombe al fosforo sganciate da aerei americani che in realtà volevano colpire le truppe naziste che non si arrendevano a lasciare il territorio toscano.
È importante ricordare quella pagina così dolorosa per tutta la comunità di Carrara, le vittime innocenti del bombardamento e l’orrore di quella guerra, di tutte le guerre. Perché la guerra è esattamente questo: orrore, morte, distruzione.
In quel momento i soldati americani erano nostri alleati, ci aiutarono a liberare il nostro Paese dal nazifascismo, eppure durante il conflitto anche le loro bombe provocarono in alcuni casi morti e feriti innocenti. Successe a Carrara come nella strage del Duomo a San Miniato.
Perché in guerra accade anche questo.
È una consapevolezza che non dobbiamo mai smettere di coltivare, soprattutto in quest’epoca in cui l’umanità sembra aver dimenticato la lezione del passato. E ricordiamo sempre l’articolo 11 della nostra Costituzione antifascista, non a caso scritto dopo quegli anni bui: l’Italia ripudia la guerra. È l’impegno che ci dobbiamo prendere se vogliamo onorare le persone morte i via Groppini. È questo l’appello che ho rivolto alle studentesse e agli studenti presenti ieri alla cerimonia di commemorazione organizzata dal Comune di Carrara e dall’ANPI a cui ho sentito il dovere di partecipare.