Si chiude questa campagna referendaria intensa ed appassionata. E una cosa voglio dirla su queste settimane: mi sono sentita di nuovo a casa ❤️

Questo appuntamento referendario ha rimesso insieme un campo progressista in cui mi riconosco e che credo abbia il dovere di non disperdere, anche dopo l’appuntamento referendario, questo patrimonio di idee e di energia.

Come ho detto fin dall’inizio sostengo convintamente tutti e 5 i quesiti referendari, ho deciso di fin da subito di farlo partecipando prima alla raccolta firme per renderli possibili e poi mettendomi a disposizione della CGIL e delle associazioni promotrici per partecipare alle iniziative nei vari territori.

Sono state tantissime, soprattutto in provincia di Pisa, ma non solo. Un tour de force, rispetto al quale ho sentito il dovere ed il desiderio di mettere tutto il mio impegno, che si è aggiunto agli impegni istituzionali, rendendo le mie giornate ancora più lunghe e ancora più piene del solito, ma sicuramente ancora più belle e stimolanti.

Si, belle, perché è bello battersi per ciò in cui si crede, per la visione di mondo in cui ci si riconosce.

Per questo voglio ringraziare chi ha promosso questi referendum e le tante compagne e i tanti compagni che hanno fatto volantinaggi, cassettaggi, organizzato banchetti ed iniziative.

Grazie, poi, alla nostra Segretaria nazionale Elly Schlein, per aver espresso chiaramente la posizione del Partito Democratico, archiviando per sempre una stagione di errori che, se vogliamo tornare ad essere credibili, abbiamo il dovere di riconoscere come tali, senza ambiguità.

Di questo passaggio – lo ammetto – ne avevo proprio bisogno per fare pace con il mio Partito, quel Partito in cui in una certa fase a tratti stentavo a riconoscermi ma in cui ho deciso di rimanere lottando dall’interno per cambiarne la linea politica.

Voterò quindi, come ho dichiarato e spiegato, convintamente 5 Sì, senza dubbi né esitazioni.

Lo farò con quella convinzione che mi viene dalla consapevolezza che dal giorno dopo quei 5 Sì potranno cambiare la vita di migliaia di persone, lavoratrici e lavoratori, nuove e nuovi italiani.

Per un mondo del lavoro più giusto, dove lavoratrici e lavoratori ingiustamente licenziati possano essere reintegrati, dove le lavoratrici e I lavoratori delle piccole imprese possano essere più tutelati, dove ci sia meno precarietà e più sicurezza.

Perché l’iter per acquisire la cittadinanza italiana assomigli un pochino meno ad un percorso ad ostacoli, una sorta di perverso gioco dell’oca.

Alessandra Nardini - Assessora Regione Toscana
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