Con il Presidente Eugenio Giani abbiamo raccolto e condiviso le giuste preoccupazioni e richieste delle organizzazioni sindacali della Toscana, confederali e di categoria, rispetto al tema della ‘clausola sociale’ nei bandi di gara pubblici, che il recente disegno di legge delega al Governo sulla riforma del codice degli appalti, all’attenzione del Parlamento, renderebbe semplicemente facoltà delle stazioni appaltanti e non più un obbligo. Riteniamo che questo aspetto di un ddl che, per altri versi, contiene molti aspetti positivi vada assolutamente modificato e migliorato. La clausola sociale serve a salvaguardare i livelli occupazionali e le condizioni di lavoro riconosciuti dalle imprese aggiudicatrici a lavoratrici e lavoratori nel caso di aggiudicazione ad altra impresa da parte della stazione appaltante ed è quindi importante che non sia facoltativa: dobbiamo evitare che ogni cambio di appalto diventi una crisi aziendale su cui intervenire a posteriori, con la minaccia di perdere di posti di lavoro e reddito per le lavoratrici e lavoratori occupati negli appalti di servizi rivolti a tutta la collettività e la conseguente dispersione di preziose professionalità.