Che bella serata ieri alla Festa de l’Unità di Capraia e Limite!
Grazie, ancora una volta, alle volontarie e ai volontari per permettono la realizzazione delle nostre Feste, semplicemente fantastici in cucina, anche il 9 di agosto, con il sorriso.
Sono orgogliosa che il tema scelto per il dibattito sia stato “Educare alle differenze: costruire insieme un mondo che include”.Siamo in campagna elettorale e alcuni considerano questi temi “scomodi”. Ecco, lo dico senza girarci intorno: il Partito Democratico sia coraggioso nel programma elettorale, con la NOSTRA agenda dobbiamo essere chiari, coerenti e radicali nelle proposte, senza paura, solo così saremo credibili come vera e unica alternativa alla destra. Basta con il bene altrismo strumentale, noi dobbiamo essere quelli che lavorano per tenere insieme diritti sociali e diritti civili, perché chi dice che c’è sempre qualcosa di più importante di cui occuparsi, quelli per cui non è mai il momento, sono quelli che in realtà questi temi non li vogliono affrontare. Non è possibile che nel nostro Paese due ragazze o due ragazzi non possano baciarsi in spiaggia o andare in giro per mano senza avere paura di essere insultati, derisi, se non addirittura picchiati.Non è possibile che famiglie che già esistono siano inesistenti per la politica italiana e vengano riconosciute solo da qualche giudice illuminato, le figlie e i figli delle famiglie omogenitoriali hanno il diritto di avere due madri o due padri, perché è l’amore che crea una famiglia.Non è possibile che persone trans siano discriminate e costrette, anche più volte al giorno, ad un coming out di fatto forzato, è la nostra società, in ogni sua articolazione, che deve essere pronta e inclusiva, le carriere alias devono diventare una realtà diffusa. Non è possibile che nel nostro Paese si pensi di aver esaurito la discussione con la legge sulle unioni civili: quello e’ stato il primo importantissimo passo, ma non ci stanchiamo di ripetere che l’obiettivo è matrimonio egualitario. Ecco, io voglio un Partito che dica questo, che promuova una cultura di rispetto e parità, dove si educa alle differenze per combattere stereotipi, discriminazioni e pregiudizi, a partire dalle più piccole e dai più piccoli, nelle scuole.Perché se c’è qualcosa di pericoloso per le bambini ne e i bambini non è certo la teoria gender, che non esiste, ma è crescere in un Paese che non garantisce a tutt* gli stessi diritti.

Alessandra Nardini - Assessora Regione Toscana
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