Ho partecipato con molto interesse alla presentazione del Piano d’intervento formativo dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, che ha il merito di coinvolgere tutta la filiera portuale e può rappresentare un miglioramento concreto in termini di innalzamento e diversificazione delle competenze e professionalità e di una maggiore flessibilità e diversificazione professionale. Sono elementi fondamentali alla luce dei mesi complicati della pandemia e, soprattutto, di una sempre maggiore digitalizzazione e automazione nel ciclo delle merci. Le azioni strategiche previste dal Piano sono perfettamente in linea con i programmi e i percorsi formativi che stiamo mettendo in campo come Regione, tra questi penso al Protocollo For.mare e al recente rinnovo del Protocollo sulla formazione nel territorio livornese, e si sviluppano su focus imprescindibili per assicurare una ripartenza solida e una sempre maggiore competitività qualitativa ai nostri sistemi portuali: digitalizzazione, applicazione di un modello di economia circolare ai processi portuali, efficientamento degli impianti, miglioramento delle condizioni di sicurezza e salute lavorativa, potenziamento dell’inglese tecnico. Piani come questo sono un’esperienza virtuosa perché mettono la formazione al centro e perché puntano sì all’aumento della redditività di impresa, ma collegandolo strategicamente al miglioramento del livello di benessere dei lavoratori, alla tutela dell’occupazione e alla sostenibilità ambientale, peraltro in piena sintonia con gli assi prioritari per la ripartenza individuati dalla Commissione Europea nell’ambito del Next Generation EU