Questa mattina, a Collesalvetti, ho partecipato alla manifestazione indetta in risposta all’interpellanza con cui il Capogruppo della Lega ha chiesto la schedatura delle unioni omosessuali e l’entità delle risorse comunali destinate a queste famiglie. Sentivo il dovere di essere qui oggi per ribadire che in Italia e in Toscana non c’è spazio per l’omofobia, né per qualsiasi tipo di propaganda discriminatoria. L’idea della schedatura delle unioni civili tra cittadine e cittadini omosessuali, regolate da una legge dello Stato, fa venire i brividi e richiama oscure e drammatiche vicende del passato, che nel passato devono restare. Quanto accaduto è un segnale non trascurabile che dimostra quanto ci sia ancora da lavorare su questo terreno, persino tra chi siede nelle istituzioni. La nostra terra, la Toscana, è sempre stata apripista per quanto riguarda i diritti civili e continuerà orgogliosamente a esserlo. La Regione Toscana, oltre a essersi dotata di un’apposita legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, aderisce da anni ufficialmente al Toscana Pride ed è tra gli enti fondatori della Rete Re.a.dy contro le discriminazioni. Recentemente abbiamo promosso convintamente un appello a sostegno del Ddl Zan, per il quale abbiamo già raccolto molte adesioni di comuni e province toscani. Lavoreremo senza sosta su questi temi per fermare qualsiasi messaggio e azione amministrativa discriminatori. Questa è la Toscana: una terra aperta, di tutte e di tutti, che non scheda, non esclude e non discrimina nessuna e nessuno