A Carrara allo sciopero indetto da CGIL, CISL e UIL dopo le indegne parole dell’imprenditore Alberto Franchi nel fuorionda di Report.

Come Assessora regionale al lavoro e alla formazione penso che sia un dovere essere qui, insieme ai lavoratori del Distretto apuano-versiliese, in piazza per difendere la loro dignità da quegli attacchi volgari, un’offesa a chi sul lavoro è morto, è rimasto vittima di incidenti o si è ammalato. Un’offesa alle loro famiglie, come testimonia la presenza dei familiari delle vittime di questi anni, giustamente indignati.

È vergognoso questo atteggiamento sprezzante e padronale da parte di chi, grazie alla fatica di quei lavoratori, ogni anno fa milioni di euro di profitti, cifre che non hanno eguali in altri settori e che non producono, però, una adeguata ricaduta in termini occupazionali sul territorio, tanto che la ricchezza è polarizzata nelle mani di pochi. In questi anni, si sono ridotti sensibilmente gli addetti in cava, mentre sono aumentati notevolmente i fatturati e gli utili, cosa che rende urgente affrontare il tema di una redistribuzione più equa della ricchezza, trattandosi di una attività che si esercita su un bene comune.

La Toscana difende la dignità e i diritti di chi lavora e la grande partecipazione al corteo di questa mattina dimostra che gli anticorpi a una visione del lavoro così padronale sono forti. Mi ha scaldato il cuore e dato speranza vedere anche tante studentesse e tanti studenti prendere parte al corteo.

Mi auguro che questa grande mobilitazione rappresenti anche l’occasione per aprire una riflessione più complessiva sul settore lapideo, dalla necessità di coniugare il diritto al lavoro con il rispetto dell’ambiente, a quella di costruire una filiera con ricadute occupazionali significative sul territorio fino, ovviamente, al tema centrale della salute e della sicurezza sul lavoro.