Sono intervenuta con grande soddisfazione all’evento conclusivo della Comunità di Pratica per l’inclusione sociale e lavorativa in Regione Toscana.
Studiare le situazioni di maggiore difficoltà è fondamentale per fornire risposte adeguate. Le persone sono portatrici di bisogni individuali, presentano situazioni di fragilità molteplici e diverse, spesso dipendenti dal contesto, e sono difficilmente riconducibili a target di riferimento omogenei e precostituiti.
La valutazione della “fragilità” deve essere quindi frutto di un lavoro congiunto, di equipe, ed essere orientata ad individuare i sostegni necessari a ricostruire le condizioni per superare o quantomeno ridurre in modo significativo le fragilità rilevate.
Servizi sociali e servizi per l’impiego non sono la stessa cosa, rispondono ad esigenze e competenze diverse, che devono restare distinte, ma sappiamo che a bisogni complessi si risponde solo attraverso un approccio multidisciplinare del bisogno e la costruzione di un patto con i servizi. Per questo il mio assessorato e quello al Welfare guidato dalla collega Serena Spinelli si trovano sempre più spesso a collaborare, come abbiamo sottolineato durante l’evento di questa mattina, uniti da un obiettivo comune: non lasciare indietro nessuno.