DECRETO FLUSSI MIGRATORI: LE RAGIONI DEL MIO NO E LA VISIONE DIVERSA CHE SONO CONVINTA SERVIREBBE

In Commisione Formazione professionale e Lavoro della Conferenza delle Regioni, ho votato convintamente NO allo schema di decreto della Presidenza del Consiglio sulla programmazione dei flussi d’ingresso per lavoratrici e lavoratori stranieri nel triennio 2026-2028. Anche il collega dell’Emilia Romagna è intervenuto concordando con il mio intervento ed esprimendo, per la sua Regione, contrarietà.

La contrarietà nasce da un approccio ideologico e inefficace da parte del Governo Meloni. Per anni la destra ha usato la propaganda anti-immigrazione, ignorando la realtà: in Italia mancano lavoratrici e lavoratori, soprattutto a causa di salari bassi, precarietà e scarsi strumenti di conciliazione tempi di vita e di lavoro, così le persone lasciano il nostro Paese per andare altrove, dove le condizioni a parità di mansione sono migliori. Oltre a questo c’è il tema del cosiddetto inverno demografico, tra le cui cause ci sono sicuramente l’alto tasso di disoccupazione giovanile e il basso tasso di occupazione femminile. Il fabbisogno di manodopera dunque cresce, ma la gestione dei flussi migratori regolari resta ferma, favorendo così l’irregolarità.

Nel dettaglio, ecco i motivi del nostro no:

* Il sistema straordinario previsto dal DL 20/2023 viene prorogato anche per il 2026-2028, senza una riforma strutturale;

* le quote annuali sono insufficienti e non rispondono alle esigenze del mondo del lavoro. Il sistema genera irregolarità e vulnerabilità: molte lavoratrici e lavoratori entrati legalmente perdono l’opportunità di essere assunti/e e finiscono in condizioni precarie o sfruttati/e;

* Il permesso per attesa occupazione, unica possibile tutela, è scarsamente applicato (309 nel 2022, 83 nel 2023);

* chi perde l’assunzione prevista spesso resta senza alternative: lavora in nero, subisce sfruttamento o rimane ricattabile. Anche chi trova un impiego all’arrivo è esposto/a a lunghi tempi di attesa per la formalizzazione del contratto;

* i ritardi tra domanda e ingresso, aggravati dalla carenza di personale nelle Prefetture e Questure, aprono spazi a corruzione e traffici illeciti nei Paesi di origine;

* Il DL 145/2024 sospende le domande per cittadine e cittadini di Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka, creando una discriminazione pericolosa e aumentando il rischio di tratta e sfruttamento;

* anche le imprese sono penalizzate dai tempi lunghi: spesso, al momento dell’arrivo delle lavoratrici e dei lavoratori, non hanno più necessità di assumerli/e.

Il Decreto Flussi si conferma quindi assolutamente inefficace: non soddisfa le esigenze del mondo del lavoro, genera irregolarità e alimenta lavoro nero e sfruttamento.

Servono soluzioni strutturali:

* superare click day e quote;

* introdurre canali nuovi e più flessibili di ingresso per lavoro, attraverso sponsorship e formazione nei Paesi di origine;

* prevedere permessi per ricerca lavoro, per entrare provvisoriamente in Italia in cerca di occupazione e, in caso di assunzione, di rimanervi stabilmente con un titolo di soggiorno per lavoro;

* regolarizzare chi già vive e lavora in Italia, come chiedono anche imprese e sindacati.

Solo così si può tutelare la dignità delle persone e rispondere davvero alle esigenze economiche del Paese. Il tempo della propaganda è finito, ora la destra è al Governo e deve smettere di alimentare i problemi ma provare a risolverli, sempre che ne sia capace.

Alessandra Nardini - Assessora Regione Toscana
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