Ho voluto che il mio 1 Maggio da Assessora della Regione Toscana che si occupa di lavoro, iniziasse con dei fiori sulla tomba di Enrico Del Guasta. Enrico Del Guasta era un toscano, un cascinese, un antifascista, aveva preso parte alla Resistenza. Era anche un marito e un padre, strappato alla vita quel maledetto 8 agosto 1956 nella tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove morirono 262 minatori, di cui 136 italiani.Furono 3 le vittime toscane: Otello Bugliani di Massa, Romano Filippi di Fiesole e Enrico Del Guasta di Cascina, appunto.

Ho potuto conoscere la storia di questo partigiano minatore tramite le parole e la testimonianza di suo figlio Umberto e voglio ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno reso omaggio al padre: l’Amministrazione Comunale di Cascina, quella di Vicopisano, l’Anpi di Cascina e il comitato provinciale.La storia di Enrico Del Guasta è la storia di tanti italiani che per trovare lavoro dovettero lasciare il nostro Paese, cosa che purtroppo non tutti sembrano ricordare quando ad arrivare in Italia sono persone che qua cercano solo una vita degna di essere definita tale. Enrico Del Guasta dovette lasciare il nostro Paese per le sue idee politiche: era un comunista e per questo trovare lavoro non era semplice.Il nome di Enrico Del Guasta si aggiunge ai tanti, troppi, lavoratori e lavoratrici morti sul lavoro. Ma il lavoro non può e non deve diventare malattia, infortuni, morte. Il lavoro deve essere dignità, diritti e sicurezza.

Ho scelto di portare dei fiori ad Enrico Del Guasta perché lui rappresenta tutto quello per cui dobbiamo lottare, oggi come ogni giorno: un Paese antifascista, libero e democratico, il diritto ad esprimere liberamente le proprie idee senza essere discriminati, il diritto ad un lavoro sicuro. L’impegno che ci dobbiamo prendere oggi è questo, a partire da chi, come me, ha l’onore e l’onere di rappresentare le istituzioni.