Per me è sempre una grande emozione accogliere le piccole ambasciatrici e i piccoli ambasciatori di pace del popolo Saharawi, che anche quest’anno sono tornati in Toscana dal deserto di Tindouf, in territorio algerino.
Li abbiamo accolti insieme al Presidente Giani e alla collega Assessora Serena Spinelli.
Stanno trascorrendo le vacanze in alcuni comuni toscani nell’ambito dei programmi di solidarietà della Rete Italiana solidarietà con il popolo Sahrawi, che da decenni dà vita in Italia a iniziative a sostegno dell’autodeterminazione del popolo del Sahara occidentale.
Voglio ringraziare dunque le tante Amministrazioni comunali toscane e le tante associazioni che rendono possibile tutto questo, ed il mio pensiero anche oggi non è potuto non andare a Giorgio Savini, compagno e volontario dell’associazione Hurria, che ci ha lasciato troppo presto.
E voglio ringraziare anche le professioniste e i professionisti del nostro sistema sanitario pubblico che si prendono cura di queste bambine e di questi bambini, con tutti gli esami e gli accertamenti necessari. È successo così anche per Bachir, ormai diversi anni fa, arrivato qui in Toscana, a Cascina, in estate, esattamente come questi bambini, e poi rimasto per motivi di salute.
Questo è il sistema sanitario pubblico. Questa è la Toscana, terra accogliente, solidale.
La Toscana, per storia, cultura, DNA, è terra di pace e di diritti e per noi è naturale essere legati da anni da un solido patto di amicizia con il popolo Saharawi, perché siamo dalla parte di ogni popolo che lotta per la propria autodeterminazione.
Oggi parlare di pace e di autodeterminazione non ci può non far pensare alle guerre e ai tanti conflitti che continuano a insanguinare il mondo, è l’occasione per ricordare e rinnovare la nostra solidarietà anche alle tante sorelle e tanti fratelli, le bambine e i bambini palestinesi, alla cui lotta siamo vicini, come siamo vicini a tutti i popoli che vedono quotidianamente calpestati i propri diritti.