Oggi, 20 novembre, è il Transgender Day of Remembrance, TDoR, la Giornata in cui si commemorano le vittime dell’odio e del pregiudizio verso le persone transgender.Quando si parla di questi temi (e questo accade già assai raramente) c’è sempre qualcun* che li ritiene secondari e ci spiega quali sarebbero le priorità. Me li immagino già i commenti a questo post: non sarebbero – non saranno – i primi. A volte mi chiedo se ci si fermi mai davvero a pensare cosa voglia dire nascere in un corpo che non corrisponde a ciò che una persona sente di essere. Cosa si provi. Perché non si faccia lo sforzo di immedesimarsi nel percorso che per prima, quella persona, attraversa con se stessa per riconoscere e dare un nome a ciò che vive. A ciò che è. E poi, troppo spesso, per non dire quasi sempre, ci sono le discriminazioni, le prese in giro, le offese, l’emarginazione, quando non addirittura le violenze. Questo domande me le sono poste più volte, l’ultima delle quali proprio pochi giorni fa, quando ho conosciuto Romina Cecconi, tra le prime a cambiare sesso in Italia. Ho ascoltato dalla sua voce la storia di una donna che, nata Romano Cecconi oltre 80 anni fa, ha lottato per essere ciò che si sentiva, ciò che era, da sempre. Ho apprezzato moltissimo anche la bravissima Anna Meacci che ha interpretato lo spettacolo “Romanina”, in cui racconta la vita di Romina, le peripezie del suo percorso, cosi’ come lei le ha riassunte nel suo libro.Se io, come tant* presenti, abbiamo potuto conoscere questa storia lo dobbiamo al Comune di Certaldo, in modo particolare al Sindaco Giacomo Cucini e all’Assessora alle Pari Opportunità Clara Conforti che, insieme ad Arcigay Firenze Altre Sponde, hanno scelto di raccontarla. Lo hanno fatto anche grazie alle risorse che come Regione ogni anno stanziamo a favore delle pubbliche amministrazioni toscane che aderiscono alla Rete Re.a.dy, la rete nazionale contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Sono da sempre convinta che i pregiudizi e le discriminazioni derivino spesso dall’ignoranza, dalla non conoscenza. Ascoltare una storia vera, ascoltare la storia di una donna che ha lottato per essere riconosciuta come tale in un’epoca in cui tutto questo era ancora più difficile, credo sia il modo migliore per celebrare il Transgender Day of Remembrance e, soprattutto, per costruire una società dove ogni persona possa essere libera di essere ciò che è e di amare chi ama.