L’esito dei complicatissimi negoziati in UE è un risultato storico, una svolta. Lo è per l’Europa, che reagisce a questa crisi epocale con una condivisione dei costi e una rinnovata solidarietà; lo è per l’Italia, che addirittura si vede aumentare le risorse destinate al piano anticrisi da 170 a 209 miliardi di euro.

Fino a qualche mese fa era impensabile l’idea che si andasse oltre i prestiti a condizioni agevolate e invece c’è stata la svolta: è passato il Recovery Fund, cioè uno strumento di debito comune per condividere i costi della crisi. È la prima volta che accade ed è una reazione diametralmente opposta rispetto a quella messa in campo nella crisi del 2008.
Con le risorse previste dall’accordo raggiunto sul Piano di ripresa, inoltre, il nostro Paese per la prima volta diventa ricettore netto, ossia riceverà dal bilancio europeo più di quanto investe.

Va anche sottolineato che è falso quanto sostenuto dai leghisti, cioè che non possiamo contare su risorse europee fino al 2021: ci sono i fondi europei sbloccati, il piano di acquisti della BCE e le risorse di SURE per il sostegno ai redditi e agli ammortizzatori sociali.

Sono brutte giornate per i nazionalisti e va detto con chiarezza che il Governo ha ottenuto questi risultati importantissimi al Consiglio Europeo grazie anche alla compattezza delle forze di maggioranza. Pensiamo che disastro se il negoziato lo avesse dovuto condurre il centrodestra, che è nettamente spaccato in tre posizioni diverse relativamente all’atteggiamento verso l’Europa.

Adesso il tema si sposta sulla tempestività di erogazione e il buon utilizzo per alcuni obiettivi fondamentali: rafforzare gli strumenti di sostegno sociale, alle imprese e alle famiglie, la sanità territoriale, la conversione green dell’economia.

L’Europa c’è e l’Italia in Europa oggi è più forte.

Alessandra Nardini - Assessora Regione Toscana
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